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Trauma cervicale Colpo di frusta

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Il Colpo di frusta: cause ed effetti di uno dei più classici eventi traumatici da tamponamento


Il colpo di frusta è una distorsione del rachide cervicale riportato a seguito di un incidente in macchina o di un tamponamento quando si è fermi al semaforo, oppure a causa della pratica di alcune discipline sportive caratterizzate da scontri fisici. Tipicamente è più facile che avvenga in auto: in seguito ad un tamponamento, il soggetto seduto in macchina subisce una violenta accelerazione, tale da spingere violentemente il capo verso il poggiatesta, per poi ricadere in avanti, in modo altrettanto brusco. In pratica accade che in una prima fase (di accelerazione) il corpo va avanti mentre la testa va indietro; in questo modo, le fasce muscolari anteriori si allungano. Nella seconda fase poi (di decelerazione) il capo viene richiamato in avanti e si allunga la muscolatura posteriore e quindi c’è un’iperestensione dei muscoli che rispondono accorciandosi e contraendosi. Il colpo acuto ed improvviso coinvolge tutto il tratto cervicale, con le strutture - fascicolari, articolari, nervose e viscerali – annesse ed è un trauma cosiddetto “indiretto”, dato che la lesione viene trasmessa alle sedi anatomiche contigue, in assenza di contatto diretto. Circa 1 persona su 200 riporta traumi cervicali minori o colpi di frusta ogni anno, ma, fortunatamente, i danni seri o permanenti sono rari, perché solitamente non c’è quasi mai danno alle ossa, dischi o nervi della colonna vertebrale. Fortunatamente, infatti, l’anatomia del nostro collo è costituita da solidi blocchi di osso uniti dai dischi per dar loro forza e flessibilità, ed è rinforzata da robusti legamenti ed è circondata da grossi e potenti muscoli che la proteggono, dunque è quantomai difficile causare un serio danno duraturo, anche in caso di incidente stradale piuttosto violento. Se però si perde conoscenza, ci sono disturbi alla vista ci sono gravi spasmi muscolari, o ci sono formicolii o debolezza alle braccia o alle gambe o ci sono difficoltà di equilibrio o della marcia, meglio recarsi al Pronto Soccorso, solo per essere sicuri che non ci siano danni seri alla colonna vertebrale. Nei casi più gravi, possono infatti presentarsi segni neurologici (es. assenza di riflessi e debolezza), lussazioni, erniazioni discali o gravi fratture vertebrali.

Questo genere di trauma richiede un'immediata visita medica per valutare la gravità delle lesioni. Gli accertamenti possono prevedere anche l'esecuzione di radiografie e TAC.

Sintomi

Il colpo di frusta è sempre accompagnato da una spiacevole sensazione di rigidità che s'irradia a partire dal punto del trauma. Il dolore cervicale, a causa del violento stiramento coinvolgente i muscoli e i legamenti di nuca e cervicale, è un sintomo che lo caratterizza e la sua intensità è diversa in funzione della gravità e della violenza del trauma subìto.

Nei casi più gravi, il colpo di frusta causa una lacerazione completa dei muscoli (strappo muscolare).

Il fatto di sentire dolore dopo uno o due giorni dopo l’incidente paradossalmente rappresenta un fatto positivo, un buon segno, e significa che il danno al collo non è grave. Ci può anche essere forte mal di testa ma anche questo è dovuto in genere alla tensione muscolare al collo. Alcune persone avvertono anche nausea, acufeni, vertigini o altri sintomi come dolore al braccio od alla mascella. Il dolore al braccio può essere dovuto anche al fatto che si può addirittura rendere manifesta una sindrome del tunnel carpale con una preesistente irritazione della radice nervosa, mentre per quanto riguarda la mascella ci potrebbero essere problemi di masticazione, poiché nella fase di accelerazione anche la mandibola viene proiettata in avanti e i muscoli subiscono uno stiramento.

Tutti questi sintomi generalmente migliorano insieme al dolore al collo nel giro di giorni o poche settimane, anche se talvolta fitte e dolori possono persistere o rifarsi vivi a distanza di tempo

La terapia per il dolore

La terapia per la cura del colpo di frusta è prettamente sintomatologica e si avvale dell'ausilio di farmaci antidolorifici e di collari ortopedici utili per mantenere in posizione statica il collo, sostenendo il tratto cervicale e proteggendolo da possibili sollecitazioni. Immobilizzando il collo, il dolore tende a regredire, seppur lentamente, a seguito di un allontanamento graduale dell'infiammazione. L’immobilizzazione della colonna vertebrale cervicale però non deve durare a lungo, anzi è controindicata, poiché pregiudica la corretta attivazione della muscolatura cervicale e, spesso, allunga la riabilitazione e ritarda i tempi di guarigione.

Il trattamento con farmaci antidolorifici, antinfiammatori e miorilassanti dura generalmente 2-4 settimane, in base alla gravità delle lesioni. Solo dopo aver placato dolore ed infiammazione, si può seguire un percorso fisioterapico mirato, che accelera i tempi di guarigione.

Al fine di favorire la vascolarizzazione e, di conseguenza, aiutare la riparazione dei tessuti anche a livello del rachide cervicale, riducendone la rigidità, la strategia più utile è fare movimento anche attraverso la semplice camminata o un esercizio aerobico di lieve intensità. Per esempio, per l’allungamento dei muscoli del collo, si porta il mento in avanti verso il torace, si tiene questa posizione per cinque secondi e poi si torna a quella di partenza. Per la flessione dei muscoli, si flette la testa lateralmente verso le spalle, prima in un verso poi nell’altro. Per la rotazione dei muscoli, ci si può aiutare con l’arto opposto a quello di flessione per venti secondi, quindi si gira la testa fino ad appoggiare l’orecchio al materassino.

In ogni caso, è fondamentale essere tempestivi nel trattamento del colpo di frusta, per non rischiare la cronicizzazione del dolore. Questo anche perché il “semplice” colpo di frusta può scatenare una condizione presente ma ancora asintomatica, come l’artrosi o una discopatia non conclamata, e portare così a dolore cronico.


Le informazioni contenute in questo sito sono presentate a solo scopo informativo, in nessun caso possono costituire la formulazione di una diagnosi o la prescrizione di un trattamento, e non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto medico-paziente o la visita specialistica. Si raccomanda di chiedere sempre il parere del proprio medico curante e/o di specialisti riguardo qualsiasi indicazione riportata o eventuali dubbi.

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