I traumi distorsivi possono comunque verificarsi anche in seguito a traumi accidentali non legati alla pratica sportiva e interessare persone di qualsiasi età; in genere sono causati da impatti contro la superficie interna od esterna del ginocchio o da rotazioni anomale della gamba.
A prescindere dalla tipologia del trauma, dobbiamo comprendere che, durante la distorsione, l’articolazione del ginocchio viene sollecitata oltre il suo normale range di movimento o secondo piani diversi da quelli del movimento fisiologico: queste sollecitazioni fanno perdere temporaneamente l’allineamento tra le componenti ossee articolari (femore e tibia), determinando lo stiramento o la lacerazione della capsula articolare e dei legamenti che sono appunto le strutture deputate a preservare la stabilità del ginocchio.
I legamenti che vengono coinvolti in corso di distorsione del ginocchio sono:
- Il legamento crociato anteriore (LCA) e il legamento crociato posteriore (LCP) che sono fasci fibrosi situati al centro dell’articolazione e incrociati ad “ x“ , responsabili della stabilità del ginocchio in senso anteroposteriore.
- Il legamento collaterale mediale (LCM) e il legamento collaterale laterale (LCL) che si trovano rispettivamente sul lato interno ed esterno dell’articolazione ed assicurano stabilità al ginocchio in senso medio-laterale.
Questi legamenti, pur essendo molto resistenti alla trazione, sono poco elastici e se vengono sottoposti a sollecitazioni che superano la loro capacità di resistenza possono andare incontro a lesioni: non sempre si arriva alla rottura del legamento coinvolto, ma si possono generare delle microlesioni nelle fibre che lo compongono, determinate dallo stiramento cioè dalla trazione e conseguente distensione legamentosa che si verifica nel corso della distorsione: si parla in questi casi di distorsioni di primo grado. Nel caso in cui la distorsione provochi invece la lacerazione parziale o totale del legamento, ci si riferisce a distorsioni di secondo e terzo grado, che determinano un maggior danno e di conseguenza una maggior sintomatologia e un più prolungato tempo di recupero funzionale. Molte lesioni possono essere di “dubbio grado”, in particolare alcune lesioni lievi di secondo grado che causano sfibramenti e lacerazioni minime e pertanto si possono considerare, al pari delle lesioni di primo grado, distorsioni di ginocchio senza rottura dei legamenti, di cui andiamo a descrivere il quadro sintomatologico ed il trattamento indicato per la loro ottimale risoluzione.
Sintomi
Nelle distorsioni del ginocchio senza rottura dei legamenti (che possiamo identificare nel primo grado e nelle forme più lievi del secondo grado) il dolore è di solito espresso come una leggera dolenzia che si verifica durante i movimenti più estremi del ginocchio. Il dolore in alcuni casi può esacerbarsi durante la palpazione effettuata dal medico , fornendo informazioni sul comparto articolare e sui legamenti coinvolti, mediale o laterale, anteriore o posteriore. In genere il soggetto è in grado di camminare e di sostenere il peso corporeo, magari con qualche lieve difficoltà legata al dolore percepito, senza alcuna evidenza di segni di instabilità dell’articolazione, proprio perché non c’è stata la rottura parziale o completa del legamento interessato dal trauma. Gonfiore e ecchimosi possono essere presenti ed il ginocchio può essere mantenuto in lieve flessione, senza presentare grossi deficit funzionali nel movimento.
Nelle distorsioni più gravi invece non solo questi segni sono accentuati, così come il dolore, ma anche può essere presente un vistoso versamento articolare di sangue e soprattutto un chiaro deficit funzionale, causato dall’instabilità articolare determinata dalla rottura del legamento.
Trattamento
Nella fase acuta ( prime 24-48 ore) le microlesioni caratteristiche delle distorsioni di ginocchio senza rottura dei legamenti, possono essere gestite con il protocollo “RICE” per diminuire l’infiammazione dei legamenti e lo sviluppo di gonfiore:
R(= REST): l’articolazione va tenuta il più possibile ferma per ridurre le sollecitazioni e l’attività muscolare; eventualmente si può far ricorso all’uso di stampelle.
I (=ICE) : la crioterapia con ghiaccio o sacchetti refrigerati aiuta a lenire il dolore e a ridurre il gonfiore e deve essere applicata più volte nell’arco della giornata, per periodi 15-20 minuti, alternando a fasi di riposo.
C (= COMPRESSION ): può essere consigliabile immobilizzare l’arto con un bendaggio compressivo per aiutare a ridurre il gonfiore determinato dall’infiammazione.
E (=ELEVATION): l’arto, quando si è a riposo, va mantenuto il più possibile in posizione elevata rispetto al corpo.
Il dolore inoltre può eventualmente essere controllato grazie alla somministrazione di farmaci antinfiammatori non steroidei ( FANS).
Superata la fase acuta, può essere utile proteggere l’articolazione, preservandone la stabilità e il rischio di ulteriori traumi distorsivi, con ginocchiere tubolari in tessuto elastico e compressivo, che garantiscono la massima aderenza all’arto e consentono una buona flessibilità di movimento. In alcuni casi possono essere intraprese terapie fisiche strumentali ( laser, diatermia, ecc ) e riabilitative per una pronta e rapida guarigione ed un corretto ripristino della funzionalità.
Le distorsioni al ginocchio di primo o secondo grado lievi guariscono bene dopo trattamento conservativo, in genere in 1-2 settimane e raggiungono comunque la completa guarigione dalle 2 alle 4 settimane dopo il trauma distorsivo, mentre per lesioni di secondo grado più severe può essere necessario un maggior tempo di trattamento per un recupero totale della funzionalità articolare.
Prevenzione
Esistono alcuni accorgimenti che permettono , soprattutto nei soggetti sportivi, di ridurre in modo significativo il rischio di distorsione al ginocchio, tra cui:
- Rinforzo dei muscoli che stabilizzano l'articolazione del ginocchio, in particolar modo il quadricipite femorale (soprattutto il muscolo vasto mediale);
- Adeguato riscaldamento muscolare;
- Aumentare gradualmente l'intensità degli allenamenti
- Utilizzare calzature adeguate al tipo di sport praticato;
- Correggere eventuali problematiche di alterato appoggio plantare;
- Mantenere il peso corporeo nella norma;
- Evitare di allenarsi su terreni sconnessi.