La clavicola è un osso sottile incurvato leggermente a S, che connette lo sterno con la scapola. Palpabile sotto la cute in tutta la sua lunghezza sotto la regione anteriore del collo fino alla spalla, la clavicola presenta un corpo centrale sottile e cilindrico, un’estremità che si articola con l’acromion, parte anatomica che si estende lateralmente al di sopra dell'articolazione della spalla (articolazione acromion-clavicolare) e un'estremità più piatta che si articola con lo sterno (articolazione sterno clavicolare). La clavicola fa da ponte tra arto superiore e tronco e protegge le strutture neurovascolari sottostanti ( plesso brachiale, vasi sanguigni) ed, insieme alle coste, il polmone : per questo motivo la frattura della clavicola può richiedere la valutazione di alcune complicanze che possono determinare compressioni sui nervi e sui vasi e lesioni polmonari.
Tipi di traumi
In generale la frattura della clavicola può prodursi quando questa viene sottoposta ad una forza che supera i limiti di resistenza del tessuto osseo di cui è composta. Dal punto di vista del meccanismo traumatico, le fratture di clavicola possono essere determinate da cause dirette che coinvolgono direttamente la parte o da cause indirette quando si verifica a distanza dal luogo di azione del trauma ( ad esempio una caduta sulla mano). Tra le cause dirette si riscontrano sicuramente i traumi sportivi come le cadute violente sulla spalla che si verificano negli sport di contatto come il calcio ed il rugby o negli sport con frequenti impatti al suolo come sci, equitazione, ciclismo, motociclismo ed anche i traumi conseguenti ad incidenti stradali. I traumi indiretti invece sono rappresentati generalmente da cadute con mano ipertesa o con braccio teso, tipiche di cadute sia sportive che accidentali.
La frattura di clavicola può accadere a qualsiasi età, in primis nei giovani adulti che praticano attività sportive, ma si può verificare anche nei neonati a causa di travagli difficili o di distocie al momento del parto. Fratture di clavicola si possono verificare comunemente anche nei bambini a causa della loro ossificazione incompleta e negli anziani soprattutto in caso di osteoporosi. Alcune malattie congenite delle ossa e carenze di calcio e vitamina D possono costituire un fattore di rischio per le fratture di clavicola, così come per le fratture in generale.
Classificazione
Le fratture di clavicola possono essere:
- Composte, quando i due frammenti ossei permangono in sede allineati;
- Scomposte, se avviene la dislocazione di uno o entrambi i frammenti;
- Comminute, se presentano più di due frammenti ;
- Chiuse, se non comportano una lacerazione cutanea;
- Esposte, in caso di fuoriuscita di frammenti dalla cute lacerata.
Risulta evidente che fratture scomposte, comminute ed esposte siano più instabili, richiedano interventi mirati e un prolungamento dei tempi di guarigione.
Le fratture della clavicola sono classificate a seconda del punto in cui l'osso si rompe:
- fratture del terzo prossimale ( verso l’estremo sternale) molto rare
- fratture del terzo medio ( al centro dell’osso) sono le più frequenti in assoluto
- fratture del terzo distale ( verso l’acromion della scapola).
Sintomi
A seguito di frattura della clavicola, si può verificare un’asimmetria tra le due spalle: la spalla del lato colpito si presenta spostata verso il basso ed in avanti. Quando la clavicola si rompe il moncone posto verso la scapola viene portato in basso dal peso del braccio, mentre l’altro moncone viene tirato in alto per azione dei muscoli: ne risulta un’alterazione del profilo visibile o palpabile sotto la cute, dove possono rendersi evidenti anche un ematoma ed un grado di gonfiore più o meno marcato. Il dolore presente nell’area sovrastante la frattura aumenta con i movimenti e rende difficoltoso il sollevamento del braccio. Nei movimenti può essere avvertito una sensazione di crepitio tra i due monconi della frattura.
Altri sintomi possono suggerire la presenza di complicazioni in altri distretti e vanno attentamente monitorati: una lesione polmonare può provocare difficoltà di respirazione, il coinvolgimento di vasi e nervi può indurre alterazioni nel braccio corrispondente.
Diagnosi
La raccolta dell’anamnesi e la visita da parte del medico consentono di emettere un forte sospetto di frattura della clavicola e di eventuali danni a nervi e vasi sanguigni. L’indagine radiografica consente di delineare il tipo di frattura e la sua posizione. La tac e la RMN possono fornire informazioni dettagliate sulla condizione del complesso articolare della spalla. Se si sospettano complicanze neurologiche , vascolari o polmonari possono essere indicati esami specifici quali l’esame neurologico, la radiografia toracica e le indagini vascolari.
Trattamento
Le fratture di clavicola composte, ben allineate e non esposte vengono generalmente gestite con trattamento conservativo che si basa sulla somministrazione di antidolorifici per diminuire il dolore e sull’immobilizzazione di clavicola: l’utilizzo di un tutore applicato tipo bendaggio a 8 mantiene le spalle retroposte, consente la riduzione del dolore (provocato dai movimenti) ed immobilizza la clavicola per consentire la formazione del callo osseo tra i monconi della frattura, senza interferire sull’autonomia di mobilità del resto del corpo.
Per recuperare la forza muscolare ed il normale movimento del braccio sono utili cicli di fisioterapia oltre a sedute di terapia ad azione antinfiammatoria ( tecarterapia, laser, ecc ). La guarigione ed il recupero completo della mobilità avvengono generalmente in 8-12 settimane negli individui adulti, mentre nei bambini e negli adolescenti di solito è necessario un arco di tempo minore.
Il trattamento chirurgico in caso di frattura di clavicola viene in genere intrapreso in caso di fratture esposte, fratture multiple o comminute o di fratture con compromissione dell’articolazione acromion-clavicolare. Per riposizionare correttamente i frammenti ossei si utilizzano placche in titanio con viti, fili di kirschner, cerchiaggi metallici o chiodi intramidollari, in base al tipo di frattura. Dopo l’intervento chirurgico l’uso di un tutore e la riabilitazione consentono una graduale ripresa dei movimenti che generalmente porta a guarigione in tempi rapidi.
Alcune complicazioni possono verificarsi sia dopo trattamento conservativo che chirurgico e tra queste la più frequente è la psudoartrosi (mancata consolidazione di una frattura per interruzione dei normali processi di guarigione della frattura) e la comparsa di deformità per l’eccessiva formazione di callo osseo. Alcune complicazioni possono derivare anche da compressione neurovascolare e dallo sviluppo di artrite acromionclavicolare.